Monday 7 May 2007

Analisi di una stagione

Fantastico report su un campionato andato in archivio con la consueta coda di polemiche garbate e non, che danno sale e pepe alla Lega più pazza del mondo.
Mi sento di aggiungermi al coro delle analisi e ben volentieri raccolgo l'invito di Damiano a portare riscontri a quanto da lui scritto.

FULL METAL JACKET: alla vigilia era dato come il più forte per il clamoroso attacco che aveva costruito. Toni, Ibra, Bianchi, Suazo, senza dimenticarci di Riganò: una corazzata, anche se Bianchi a 17 gol non l'avrebbe dato nessuno, nemmeno io che di scommesse del genere ne ho vinte per ora tre su tre, di cui pagate zero (vero Mitch, ti ricordi di Flachi no?). Il centrocampo lasciava a desiderare, in difesa il solito nugolo di carneadi pareva garantire la sufficiente solidità e qualche golletto (che infatti è arrivato), ma poco di più: cosa ci si poteva aspettare da Mandelli (fedelissimo di Za), Zenoni e Bonera? Ci ha messo un po' a venire fuori, è emerso dalla crisi più che altro per la crisi di altre squadre e poi è andato a dominare con un'impressionante sequenza di 1-0 maturati per questione di mezzo punto. Vince un torneo equilibratissimo concedendosi il lusso di battere la diretta rivale all'ultima giornata, a conti già fatti. Ma la giusta dose di culo è scritta in un particolare: da quando ha preso Di Natale, il nanerottolo dell'Udinese ha iniziato a segnare come un disperato; Suazo, svenduto al dottor Damiano, ha perso tutto il suo smalto. Comunque vittoria meritata, ma solo dalla cintola in su. La sua stagione prosegue alla ricerca dello storico double, riuscito solo a Varese United (allora All Blacks) nel 2004-2005.

FUTEBOL BAILADO: entrerà nella storia per essere l'uomo che ha vinto più ricorsi. Incredibile la sua ira e la sua assoluta inflessibilità nel punire ogni secondo di ritardo, ogni episodio sospetto che l'ha danneggiato; i più (io compreso, anche se un suo reclamo accolto mi ha tolto il terzo posto) lo osannano per non lasciare spazio al dubbio e alla creazione del precedente. Rosa ampia, portata alla piazza d'onore da un centrocampo spessissimo schierato a cinque, con un Corini strepitoso da settembre a dicembre, un Figo brillante, un Volpi sempre pulito e regolare. Avesse avuto un Adriano mediamente normale e un Inzaghi più utilizzato avrebbe forse vinto; non tralasciamo la panchina poi, con Amoruso spesso in gol ma poco utilizzato, Bjelanovic a sprazzi, Pozzi uscito nel finale. Gran campionato il suo.

KUVRICA: perde l'ultima gara, ma il giudice sportivo ha già bloccato Championship Vinyl, la presunta sfiga ha tartassato ancora Varese United e il terzo posto è finalmente suo. Quiqui è il presidente più fastidioso della Lega: schiera giocatori irritanti che si chiamano Migliaccio, Portanova e Modesto e che puntualmente ti bucano con gol di stinco, rilascia dichiarazioni di un'ora in cui spiega perchè Bresciano in campo e Semioli in panchina, ha personalissime teorie sui voti dei giornalisti. E ogni anno, regolarmente, è sempre lì che ti rompe i coglioni in classifica. Onore al suo bronzo, conquistato grazie a un ottimo Rocchi, alla sorpresa Quagliarella e ai puntuali Di Michele e Pellissier. Matteini doveva essere una rivelazione e invece ha fatto quasi sgommare, Rosina ha spesso tirato la volata a un centrocampo che ha perso a lungo Cambiasso e non ha saputo offrire valide alternative al decesso di Bresciano, che da gennaio in poi è parso un fantasma più che un esterno. Si giocherà anche la Coppa: in bocca al lupo.

CHAMPIONSHIP VINYL: il suo centrocampo ha prodotto 34 gol, contando solo chi ha effettivamente schierato nelle 35 domeniche: un record. Inaspettate le 13 reti di Doni, ma è una scommessa stravinta, così come le 6 segnature di Daniele Franceschini sono un inno al coraggio ma anche alla eccessiva buona sorte. E poi Seedorf, Gasbarroni, Obodo. Non aggiungo nulla a quanto scritto da Damiano, solo due cose: la tragedia dell'attacco, solo 19 gol e la derisione di tutti per Abbruscato (ma grande Crespo) e gli infortuni da non sottovalutare: Vieira fuori tre mesi, Aquilani fuori quattro mesi quando stava giocando alla grande (ricordate la rabona a San Siro?), Obodo fuori un mese, Crespo fuori due volte per tre settimane. L'anno scorso aveva una corazzata che sopperì agli infortuni di Vieira stesso e di Bonazzoli, quest'anno no. Ecco spiegato il crollo verticale, da primo a quarto in due gironi. Oltre a certe scelte scriteriate: 50 milioni per un Paolucci da zero gol ha fatto gridare all'interrogazione parlamentare. Intanto gli altri si compravano Ronaldo e Giuseppe Rossi.

VARESE UNITED: a sentire lui, avrebbe dovuto vincere con venti punti sulla seconda. Si ritrova quarto, incazzato nero e non supportato dalle statistiche che invece lo vorrebbero dominatore incontrastato. Che abbia avuto più sfortuna di altri è sacrosanto, che avesse la rosa più forte è una falsità degna di chi affermò, nel lontano 2001, che Quiqui avesse bestemmiato in CP: Doni ottimo ma Frey nel rapporto voti-gol subiti gli è stato superiore; la difesa non ha segnato praticamente mai (un gol Felipe, forse due Jankulovksi); il centrocampo ha prodotto tantissimo all'inizio, meno alla fine (Stankovic e Taddei hanno segnato cinque gol a testa fino a gennaio, poi più nulla, e Pirlo ha deluso leggermente); l'attacco è stato oggettivamente atomico, ma da solo non poteva bastare. Certo, Za ha vinto con una squadra dal rendimento simile e più debole sulla carta, ma il Fantacalcio non si vince sulla carta, nè con il rendimento in chiave ASSOLUTA dei singoli: si vince sulla regolarità, e Za è stato più regolare, oltre che più fortunato. Ad ogni modo, Mitch chiude a meno quattordici: un po' troppo, per parlare esclusivamente di sfortuna.

CURRAHEE: Ceca è l'eterno incompiuto della Lega. L'anno scorso fu terzo, ma intorno il deserto. Mai un acuto, mai un risultato finale degno di una campagna acquisti sempre oculata, saggia, competititiva. Ancora una volta ha schierato il capocannoniere del campionato (aveva Toni lo scorso anno), ancora una volta termina quasi sul fondo, danneggiato dalla positività di Flachi e da scelte poco consone a un tattico esperto e conoscitore del mondo del pallone quale lui è. Lasciare fuori Budan per Zampagna (avvenuto spesso) si è rivelato fatale, credere nell'intoccabilità di Masiello è da urlo di Munch, puntare su D'Anna e Negro in carrozzina ci ha lasciati perplessi, i portieri sono stati imbarazzanti. E' però in semifinale di Coppa, competizione che invece lo ha sempre visto protagonista: la squadra è in calo (leggasi Pandev su tutti), ma lotterà fino alla fine.

COGADH!!!: era l'eterno secondo. Cinque volte con la medaglia d'argento al collo, una con quella di bronzo. Piazzato per eccellenza, sfigato per eccellenza, quest'anno lo è stato più degli altri anni ed è finito settimo. Peccato, ma siamo sicuri che dentro di lui gioisce per aver finalmente evitato di salire sul podio a guardare gli altri che festeggiano. C'era da aspettarsi un tracollo del genere: Rivalta Loria Aronica, con Falcone e Cioffi pronti a subentrare, non offrivano tutta questa garanzia di impermeabilità. Aggiungiamoci che Di Natale con lui l'ha messa col contagocce, che chi doveva guidare il gioco (Morfeo) ha spesso guidato solo la domenica per le strade di Parma perchè il campo non l'ha quasi mai visto, che puntava sulla grande stagione di Ariatti e Bombardini (peccato, di gran valore), e il gioco è concluso. Anzi no: Gilardino non ha segnato quanto il presidente sperava ed è spesso stato incolore ed evanescente. Il buon dottore ha provato a riscattarsi con l'acquisto di Ronaldo, ma non è bastato nemmeno un Fenomeno in grande spolvero a ritirarlo su. Sarà per l'anno prossimo. Forse.

HEARTATTACK: cuore rossonero non si smentisce. All'asta, non potendo più sparare i suoi 120 milioni per Shevchenko (lo rifarà a settembre?...), Biglio ha speso metà del capitale per acquistare in blocco Kakà e Oliveira. Com'è finita? Ricardino (il primo dei due) è stato ben più ispirato e mortifero in Champions, Ricardinho (il secondo) in questo momento sta scrivendo una lettera di scuse a tutto il popolo milanista, mentre il sottoscritto andrà ad incassare una birra (si spera). Stavolta il gigantesco Mutu (16 a referto per il rumeno) non è servito ad evitare l'ultimo posto, nè sono serviti a granchè il gladiatore Mexès, il talentuoso ma inconcludente Montolivo, il regista Liverani, l'utilissimo Foggia, che però ha iniziato a stupire tutti da marzo in poi. All'inizio ha retto grazie ad un grande Palermo. Poi si è rotto Amauri e la sua stagione è finita lì. Probabilmente il terzo brasiliano dei (presunti) sogni sarebbe arrivato a 16-17 gol, e invece si è fermato a otto nel mese di dicembre. E poi Bonazzoli quest'anno è stato abulico (come sempre del resto, tranne l'anno scorso, quando però si ruppe a novembre e rimase fuori fino a giugno), e di alternative serie e concrete non ce n'erano; Rossi è arrivato solo a gennaio e di gol non ne ha fatti poi così tanti. Complimenti comunque per aver azzeccato Maicon.

Insomma signori: aspettiamo tutti con gran fervore il 2007-2008. Ci sarà il ritorno della Juve (incrociamo le dita ancora per cinque domeniche, speriamo meno), forse ci si scannerà per grandi nomi quali Ronaldinho, Eto'o, Villa, Lampard, Deco, si cercheranno le sorprese che spostano gli equilibri. Una cosa è certa: il Fantacalcio non morirà mai, nemmeno con Calciopoli 2, 3, 4 e 5.

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