Thursday 26 April 2007

Notti






Ci sono notti che sembrano durare un attimo, quelle di studio che personalmente non ho mai affrontato, quando sei con l'acqua alla gola e, nel racconto di chi vi si è impattato, i minuti trascorrono come se fossero schegge impazzite.
Ci sono notti lunghissime, quasi infinite, costellate come sono di birre e whisky e magari film iniziati tardissimo, oppure passate a montare un filmino che sai benissimo non essere l'ultimo; e sono quelle notti in cui non succede niente, e il tempo semplicemente non passa.
E poi ci sono le notti che durano due anni e migliaia di chilometri, e sono quelle notti in cui hai dovuto lottare contro il blocco del traffico, quelle notti in cui non riesci a trovare un posto che in realtà sai benissimo dove si trova, quelle notti in cui le regole non esistono e se esistono sono state riscritte qualche attimo prima. Sono le notti fredde e buie fatte di musica in sottofondo per non disturbare e poi sparata altissima dalle casse, le notti di vino rosso e balconi sulle viette di città, quelle notti in cui vengono spostati i materassi e si conoscono nuove persone, e le notti passate a guardare qualche fotografia un po' consumata dagli anni trascorsi. Sono le notti che si mischiano con il giorno fino a creare confusione, le notti in cui what you fear the most could meet you halfway, le notti in cui le contraddizioni possono esplodere su una pista da ballo; le notti davanti a un cancello senza più voce, e le notti dei pesci di plastica e delle vittorie contro la Napoli di Allen e Penberthy. Quelle notti con un mal di testa spaventoso e una lista di film, quelle notti di domande maliziose e di luci distanti, quelle notti di strade che puzzano di marcio. Sono le lunghe notti senza fine dopo Italia-Danimarca, le notti dei canarini che giocano a tennis, le notti di una cena di compleanno tirata su in dieci minuti. Le notti su e giù da un palco, quelle notti di sogni assurdi che fanno urlare dal ridere, le notti di sangria a fiumi, le lunghe notti con la paura che la macchina si fermi. Che notti. Le notti che i Radiohead non possano essere definiti banali, le notti in cui siamo tutti un po' codardi, le notti improbabili con i gladiatori romani; quando bisognerebbe avere le chiavi dell'appartamento, quando i cessi sono invasi dalle mosche, quando stabilisci certi record clamorosi e tutto nasce da un Chupa Chups. Non sono notti brave, non possono esserlo, se c'è And then there was silence a scandirne la progressione e si ha la nausea. Che notti brave saranno mai, quando gli spagnoli prima si picchiano e poi cantano e ballano? Notti di tovagliette di carta e borsoni blu, ma anche di ricchioni in pizzeria e immigrati dappertutto. Le notti da trentanove di febbre e due minuti di delirio. Le notti che iniziavano e finivano nello stesso momento, alle cinque del mattino. Insomma, quelle notti di anni e chilometri. Per quelle notti, tornano alla mente gli editoriali della Gazzetta. Quelli e non solo quelli, ma in notti così, forse, vale la pena di accendere il walkman, e se dopo Imaginations from the other side sentirete Until we rise again non chiedetevi il perchè.
Di spiegazioni razionali non ce ne sono mai state.

Tuesday 17 April 2007

Niente commenti. Non ne vale la pena.

Io non sono di quelli che accusano solo una squadra di essere disonesta e di rubare. Io sono di quelli che sostiene che l'Inter ha tutto tranne che l'onestà, e che noi abbiamo pagato (giustamente) con la serie B per reati commessi anche dall'Inter, che ha avuto invece uno scudetto a tavolino e un campionato senza rivali. Come? Vediamolo.

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SPOGLIATOIO IN PILLOLE
Georgatos, ex giocatore dell'Inter, ad aprile 2006, a proposito dei vecchi compagni dell’Inter, dichiara: "c'era chi prendeva pillole e si faceva iniezioni... gruppi di persone rifornivano i giocatori...ho capito cosa stava accadendo..."

2005 ESTATE D’AFFARI
Vendita fasulla dei diritti di sfruttamento del marchio Inter in modo da consentirle di truccare i bilanci per 158 milioni di Euro; si ricorda che non avrebbe potuto partecipare al campionato 2005-06 (quello dello scudetto fittizio); ma Guido Rossi (toh, guarda chi c'è, sempre questo ex dirigente nerazzurro che assegna gli scudetti!) della COVISOC riammette l'Inter ed addirittura concede uno sconto (ricapitalizzazione di soli 40 milioni e non di 158, con decurtazione del 75% del malloppo)

2006 UN BEL SOSPETTO
Lo Spezia un anno fa apparteneva a Moratti; è stata venduta ad una società che appartiene ad una Fiduciaria parmense; nessuno conosce (chissà perché) il proprietario attuale di tale Fiduciaria parmense; se si tratta di Moratti o di un suo parente fino al quarto grado, è illecito (punibile con la revoca dello scudetto revocato ad altri e retrocessione)

2006 LO SCUDETTO DELL’ONESTA’
Milano, 25^ giornata: Stankovic, sconfitto sul campo per 2-1 dalla Juventus, chiude a chiave gli spogliatoi di San Siro per nascondere l'inverosimile agli occhi dell'arbitro e degli atterriti assistenti (Dejan, nunsepofà..., perchè lo fa solo Moggi)
SEQUESTRO DI PERSONA? NO! Quale sequestro, il commissario “davvero straordinario” Guido argonauta Rossi, già consigliere dell’Inter nel quinquennio 1995/1999, difensore dell’Inter (e di Milan e Juve) nel confonto sui diritti TV con la Fiorentina e il Consorzio Calcio Italia, dipendente Telecom in pensione (ora dinuovo a cavallo), ritiene di premiare chi si “era sempre comportato correttamente” e premia l’Inter!
A tal proposito è opportuno riportare una dichiarazione dell’argonauta.” Il fatto che io sia stato per un brevissimo periodo [cinque anni, ndr] nel CdA dell’Inter e che io sia amico personale di Massimo Moratti non c’entra niente. Moratti da quando ho assunto questo incarico, per la sua estrema delicatezza, non mi ha più neanche telefonato...”
Ps: Nel corso dello scandalo cosiddetto “Moggiopoli”, giungono a Guido Rossi da tutt’italia segnalazioni su comportamenti illeciti tenuti da altre squadre (Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma ecc.). L’argonauta decide di perseguire penalmente chi segnala tali comportamenti perchè “INTRALCIA IL LAVORO DELLA GIUSTIZIA!!!”

2006 SEMPRE A PROPOSITO DELLO SCUDETTO DELL’ONESTA’
La senatrice Maria Burani Procaccini propone un’interrogazione al ministro dello sport Melandri. Avanza pesanti dubbi sul processo a Calciopoli e punta l’indice sul subcommissario della Figc, Paolo Nicoletti. “Scudetto 2005-2006 ai nerazzurri? Sarebbe uno scandalo visto che il vice commissario della Figc lavora per la famiglia Moratti”. Paolo è il figlio dell’avvocato Francesco Nicoletti, originario di Dipignano, in provincia di Cosenza, trasferitosi negli Anni Sessanta a Milano per divenire stretto collaboratore e legale di fiducia di Angelo Moratti. Nicoletti, dunque, è legato da rapporti professionali con la Saras della famiglia Moratti. Questo è un altro di quelli che faranno un calcio nuovo.

Passaporto falso di Recoba per passare da comunitario e superare i limiti al numero degli extra Moratti ha ottenuto da Guido Rossi (quello super partes) lo scudetto per un tributo all’onestà nerazzurra e “ha dimenticato” che il suo direttore generale Lele Oriali ed il suo pupillo Alvaro Recoba hanno da pochissimo patteggiato una pena per aver falsificato il passaporto (Recoba non aveva antenati in Europa) e ricettato patente rubata (quella di Recoba) e sono stati condannati a 6 mesi di carcere ciascuno (tramutata in pena pecuniaria di 21.420 euro).
Moratti forse non ricorda che c’è un tetto all’ingaggio di extracomunitari e superare quel tetto significa voler imbrogliare chi, regolarmente, ne utilizza il numero consentito.
Ps: Nel 2001 il St Etienne è retrocesso in B a causa della penalizzazione di 7 punti e della multa comminata per i passaporti falsi del brasiliano Alex e dell’ucraino Levitsky (ha impiegato 3 anni per risalire in Ligue 1)

• Patente di Recoba risultata rubata alla motorizzazione di Latina (ricettazione)

• Kallon fermato per nandrolone (l’Inter dichiara che lo usava per i brufoli)

• Martins fermato dalla società stessa per ematocrito alto prima di Cagliari-Inter

• Pagamento fidejussione fuori tempo 3 anni fa, ma poi, di nascosto, fatta risultare “regolare” tramite atto doloso (l’Inter sarebbe stata cancellata dal campionato ed oggi non esisterebbe più)

• L’Inter nel 2006 è da tre mesi sotto inchiesta dalla procura di Milano per plusvalenze, inchiesta ancora in corso

• L’Inter nel 2001 è stata sotto inchiesta dalla procura di Roma per plusvalenze, di quella inchiesta non si hanno più notizie

• Mancini, il moralizzatore, che accetta (a Firenze) il patentino preso illecitamente grazie al sistema di cui parla male

• Fidejussioni false firmate da Facchetti per la Reggina In una intervista del settimanale "OGGI" a Luciano Moggi: Ma è vero che esistono delle fideiussioni bancarie firmate da Facchetti per qualche società di calcio? Moggi: "L'ho scoperto leggendo una deposizione di Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna. Mi ha stupito molto. Gazzoni ha messo a verbale, davanti ai giudici, certe cose. Bisognerebbe chiederlo a lui, o a Facchetti o ai giudici. Certo è un bel mistero".

• Materazzi che, il 5 maggio 2002, chiede all'avversario in partita (la Lazio) di farli vincere (e dire che i laziali – a parte Poborsky - ci hanno pure provato...)

• Incontri, mai negati, di Facchetti con Nucini – l’arbitro ha dichiarato di essere molto amico di Facchetti e di aver pranzato spesso con lui, si lamentava col “brindellone” di ostacoli alla sua carriera e chiedeva raccomandazioni (complimenti, proprio un arbitro super partes, con lui le squadre che incontravano l’Inter erano sicuramente tutelate)
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -

• Cene, mai negate, Facchetti-Bergamo a casa Bergamo, quando l’Inter andava a giocare in Toscana (addirittura Bergamo dichiara che Facchetti si fermava anche a dormire a casa sua, dove spesso parlavano delle griglie arbitrali) . Riportiamo l’intervista a Bergamo nella trasmissione MATRIX di Enrico Mentana. Mentana domanda: "Signor Bergamo, in una telefonata con Moggi si parla di "una cena" con Giraudo a casa sua, Vorrei sapere oltre a loro ha invitato altri dirigenti a casa sua?" Bergamo risponde: "Certamente, venivano a casa mia molti dirigenti di società di calcio anche con le loro famiglie, in quanto legato da vecchie amicizie" Mentana: "Qual'era il dirigente che veniva più spesso a trovarla??" BERGAMO: "beh! per la verità, non posso nascondere che GIACINTO FACCHETTI e' stato quello che più degli altri RICEVEVO IN CASA"!
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -

• Telefonate, innegabili, Facchetti-Pairetto – In una di queste si parla a lungo di biglietti di partite dell’Inter da consegnare a Pairetto e pronti nella sede dell’Inter che passerà a ritirare un certo Santambrogio.
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -

• Telefonate, mai negate, Moratti-Fazi
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -

• Telefonate Inter-Bergamo, nella trasmissione di Antenna3 del 11/09/2006 Bergamo dichiara di aver ricevuto telefonate dai dirigenti di tutte le squadre di A e si stupisce di come risultino intercettate solo le telefonate di Moggi.
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -

• Carta di identità di Daniele Bernazzani falsificata (abbassata l'età) e scoperta durante mondiale Fifa per giovanili (complimenti per la sportività)

• Carta di identità di Massimo Pellegrini falsa (usato nome e cognome di altra persona) anche lui aveva superato il limite massimo di età (ancora complimenti)

1910 (SPAREGGIO TRUCCATO)
Nel 1910 successe che la Federazione (casualmente...) scelse, in prima istanza, una data per la finale scudetto Pro Vercelli-Inter.Guarda caso in quella data tutta la squadra titolare della Pro Vercelli era già impegnata con la Nazionale Militare. La Pro Vercelli chiese quindi ovviamente lo spostamento della finale scudetto.La Federazione rispose che a loro andava bene se anche l'Inter avesse accettato. L'Inter, scandalosamente, RISPOSE DI NO e la Federazione non esitò a mantenere la data stabilita, del tutto inadeguata.La Pro Vercelli, giustamente indignata per questo gesto vergognoso, mandò in campo la 4^ squadra (i bambini di 11 anni!!!!).L'Inter vinse la partita 10-3 (riuscendo però a prendere 3 gol dai bambini!!) e vinse in questo modo il suo primo scudetto. Tra il primo e l'ultimo cambiano i metodi, non cambiano le furbate.


1922 (SALVEZZA A TAVOLINO)
Nel 1922 l'Inter arriva ultima, meno punti di tutti, meno gol fatti e più gol subiti. A fine campionato si decide che invece di far salire le squadre che ne hanno diritto bisogna fare i play-out. Non basta. All'Inter viene data come avversario l'Alta Italia, squadra però già fallita da settimane, per cui vince gli scontri diretti a tavolino!

1961 SCARSA SPORTIVITA’
Nel 1961 l’Inter protesta perchè la partita Juve-Inter viene fatta ripetere anzichè essere assegnata all’Inter a tavolino per sfondamento delle recinzioni del pubblico che stava troppo stretto e si era portato a bordo campo.Quando viene disputato il recupero della partita (ultima di quel campionato) l’Inter aveva già perso lo scudetto in quanto era a 3 punti dalla Juve capolista (una vittoria valeva 2 punti).Allora molto sportivamente e con il solito seguito di lacrime manda in campo la squadra primavera e perde 9-1!

-Nel 1971, durante un quarto di finale di Coppa dei Campioni, in Germania contro il Borussia di Muncenglbact, ad inizio ripresa con il risultato ormai pesantemente compromesso, piovve improvvisamente una lattina sul capo di Boninsegna il quale rimase a terra arrotolandosi dal dolore. La gara terminò con il risultato di 7 a 1 per il Borussia. L’Inter fece ricorso sull’accaduto ed anche se le cose apparvero ai più molto strane, (al tempo non esistevano telecamere dietro agli angoli) il peso politico della società neroazzurra sui parrucconi dell’UEFA rispetto ad una piccola provinciale quale erano i tedeschi, permise la ripetizione della gara che finì per eliminare il Borussia sconfitto poi sul proprio campo. Alcuni anni più tardi, alcuni protagonisti dell’Inter di quella vicenda, (si sanno anche i nomi) ammisero che grazie un abile trucco, riuscirono ad imbrogliare le carte. Nemmeno queste dichiarazioni bastarono nel tempo poi, a punire l’Inter perchè i fatti come spesso accade, caddero in prescrizione.

- Peruzzi fa fare il gol a Vieri più finto della storia del calcio il 5 maggio, dopo telefonata da sede Inter (a Peruzzi) il 4 maggio.

1991 LA COPPA COMPRATA
L’8 maggio del 1991 a San Siro si gioca l’andata della finale della coppa Uefa Inter-Roma. Partita strana: normale per tutto il primo tempo, in bianco; nel secondo l’arbitro russo con il cognome da medicinale, SPIRIN, decide di animare la partita e dà un rigore all’apparenza inventato che Matthaus realizza. Finirà due a zero. Negli spogliatoi il tecnico della Roma, Bianchi, e alcuni giocatori, a partire da Giannini, contestano la giustezza del rigore. Ma appunto, succede.Succede anche, però, che ormai 15 anni dopo, il figlio di Viola, Ettore, allora punto di riferimento per il club ad interim presieduto da sua madre, ci racconti una storia veramente interessante.«La finale con l’Inter? L’ho persa io. Mi proposero di comprare l’arbitro. Fu una mediatrice russa che lavorava in Italia e frequentava anche l’ambiente del calcio ad avvicinarmi per dirmi che Spirin era accomodabile: con 150.000 dollari si vinceva la partita. Io dissi no per due ragioni. La prima era legata all’illecito ovviamente, la seconda è che la Roma era già di fatto passata di mano. Avevamo concluso il passaggio di proprietà a Ciarrapico e francamente di rischiare io per regalare a lui la gioia di una coppa proprio non mi andava… Quello che non potevo immaginare e che invece poi mi è apparso chiaro è che qualcun altro accettò la proposta della mediatrice… Alla fine della partita ero nervosissimo. La squadra aveva giocato bene ma era stata punita da decisioni molto discutibili. Negli spogliatoi del Meazza incrociai proprio la mediatrice, bastò uno sguardo. Lei mi vide allargò leggermente spalle e braccia senza dire una parola. Un modo come un altro per farmi capire che qualcun altro aveva detto sì… e questo era il risultato.Hai visto, potevi farlo tu… lessi nel suo sguardo. E così la Roma perse quella Coppa Uefa»Ps: nei sedicesimi di finale di quell’anno l’Inter aveva perso con l’Aston Villa la partita di andata per 0-2. Nel ritorno di San Siro riuscì clamorosamente a ribaltare il risultato vincendo 3-0. Sapete chi era l’arbitro di quell’incontro: un certo SPIRIN.PS: Coppa Uefa 1992/93 Torino - IK Norkkoping 3-0, arbitro SPIRIN, c'erano e ci sono molte chiacchere in giro, alcune da autorevoli personaggi del panorama calcistico, che parlano di una proposta di mediazione da parte della FC Internazionale tra l'abitro Spirin e la Torino Calcio (ormai l’Inter e Spirin erano diventati una cosa sola).

Wednesday 11 April 2007

The National Anthem

Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...

Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...
se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!

Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!

Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto

Tuesday 10 April 2007

Grigliata di Pasquetta

PAOLO 7: A casa sua è stata scritta la storia. I pugni alla bocca dello stomaco, le scivolate sul parquet con il puff, le vomitate sul porfido... luogo mitico, Solbiate Arno. Lui non solo continua ad aprirci le porte del suo regno, ma fa di più, avvistando per primo il cugino con lo stomaco sottosopra e dichiarando nel suo perfetto stile che, visti i precedenti, chi non sbocca a casa sua non è degno di stima. Maestro.

JOHNNY 10: Stavolta il massimo dei voti non glielo toglie nessuno. Del resto la griglia è il suo regno, carne o pesce che sia. Ci sono trenta persone (tra cui Crine) affamate? Nessun problema: Johnny infila il suo grembiule di Snoopy, quello che lo ha reso celebre per mari e monti e che non abbandona mai, mette mano alla carbonella e via andare. Che poi lo scamone piaccia più della salamella sono gusti personali: ottima la qualità, enorme la quantità. Se a questo aggiungiamo 18 litri di birra e 18 di Coca Cola, il risultato è riscatto completo dopo Roma.

FILMON 4: Intendiamoci, non abbiamo nulla di personale contro di lui, che anzi a volte risulta essere un peperino che anima le occasioni mondane. Il problema, casomai, è che spesso e volentieri anima fin troppo. Ieri l'abbiamo visto intrattenersi con i parenti di Paolo, e fin qui niente di male; senonchè, tutt'a un tratto ha cominciato a entrare in tutte le fotografie possibili, comprese quelle del parentado. Perchè? Ovvia la risposta. E poi deve finirla con questo gioco dei pugni: da sei anni intraprende partite masochiste con il furore (??) negli occhi, sintomo che ci crede un casino, quando certi personaggi campioni di specialità hanno smesso alle quindici candeline sulla torta. Black power, that's the problem.

SAPONETTA 7.5: Un voto così alto a Saponetta, in un contesto che non lo veda a difendere una porta di calcio, fa quantomeno domandarsi il perchè. E' presto detto: siamo lieti che non abbia ripetuto le prodezze del 2003, quando si sdraiò ubriaco fradicio sul prato della Novella e diede vita a un simil-porno che non arrivò al suo culmine solo per il diniego della presunta partner. Che ieri sia rimasto calmo e tranquillo, limitandosi a pompare Filmon al gioco dei pugni (sigh) equivale a un rigore parato in una finale mondiale. Il dottorato l'ha moderato.

CRINE 9: Scusate ma, a mio modesto parere, un uomo che inizia la grigliata con sei bruschette, la prosegue mangiando due-tre porzioni di tutto, sbranerebbe il tavolo da quanta fame gli è rimasta alla fine, dichiara di mangiarsi il burro solido o fuso senza problemi e TUTTE LE NOTTI SI ALZA ALLA UNA per andare a lavorare beh, non può meritare che nove, dato che ogni comune mortale schiatterebbe al terzo giorno di una vita così. Sapendo però dove lavora, forse la spiegazione c'è: è l'Uomo Radioattivo, quello dei Simpson.

PIETRO DI VERONA 0: Voto d'obbligo, ma la grigliata non c'entra. Ieri ha dichiarato che, dopo mesi di inspiegabile e ingiustificabile latitanza dal treno, finalmente stamattina si sarebbe fatto rivedere, con tanto di "Tienimi il posto, mi raccomando, non voglio fare il viaggio di fianco a ..." (nomi tenuti segreti per rispetto della privacy). Stamattina, puntualmente, non c'era. Lo zero, capirà, è il massimo che gli possa dare.

BIGLIO 8: Mamma mia come sono lontani i tempi del Meeting 2006, quando si aggirava per i padiglioni riminesi con lo sguardo cupo e tutta la discografia degli Afterhours in testa. Ora la morosa gli ha dato vigore, tanto che il ragazzo salta e corre in maniche di camicia, è arzillo, inscena finte risse, si gode alla grande la giornata e ovviamente si apparta quel tanto che basta per collegarsi con la sua innamorata. Peccato non si vinca anche al Fantacalcio...

PIZZO 7: La dimostrazione che a Varese passa la vita è questo giovane di Treviglio che ha scelto di passare la Pasquetta in un giardino del varesotto. Perchè tutti quei chilometri per una grigliata? Poi osservi con attenzione il tutto e capisci che se sei intelligente, come Pizzo è, non ne puoi fare a meno. Sempre più persone scelgono Varese.

DAMIANO 4: Riprovevole. Sarebbe una giornata da sei, nella serenità, senza strafare ma nemmeno demeritare. Rovina tutto in un minuto: prima rivela di indossare una calza da vecchio (per tenere caldo il muscolo, dice lui), poi, nel raccontare di quando si ruppe un dente cercando di chiudere un portachiavi, va ad un passo dalla clamorosa bestemmia, peraltro con la moglie di fianco a lui. Un voto in più per lo stesso motivo di cui sopra: è arrivato da Brugherio per onorarci della sua presenza. E' anche vero che per quello che offre Brugherio...

GUIDO 1:
Uno di incoraggiamento, e uno perchè nonostante tutto ha vissuto i suoi quindici minuti di celebrità, per dirla con Warhol. C'erano venticinque gradi ieri, se non di più, e lui è arrivato spavaldo con un maglione azzurro (i maligni dicono di lana) che non si è mai tolto. Ignoti i motivi per cui abbia passato mezz'ora di fila a un centimetro dalla griglia, sudando copiosamente. Quello che interessa è che a un certo punto lo si è visto barcollare per il giardino reggendosi la pancia e tre minuti dopo, cercando di non dare nell'occhio, si è ritirato tra le siepi a sboccare l'anima. Interpellato in proposito dai parenti, non ha saputo spiccicare una sola giustificazione, mentre gli adulti presenti provavano a rincuorarlo adducendo la colpa del fattaccio a qualcosa che il poveretto aveva mangiato. Tutto inutile, perchè dalla finestra è giunta la sentenza di un furente Valentino: "Ti ho visto che giravi con le bottiglie in mano!". Requiescat in pace, visto il suo datato terrore per le pagelle.

INGRA 9: In una giornata in cui è stato massacrato da tutti e a più riprese, chi scrive ha apprezzato la sua coerenza: aveva detto che non sarebbe venuto, e così ha fatto. Quello che ha combinato mentre noi ci abbuffavamo a Solbiate sono esclusivamente cazzi suoi, e ciò chiude il discorso. Tra l'altro, non c'era nemmeno il whisky.

Monday 2 April 2007

Pagelle weekend a Roma (23-25 aprile 2007)

JOHNNY 5.5: Il voto è una media tra il 9 strameritato per essersi occupato di parte dei biglietti (con relativo Web check-in e rissa con gli altri passeggeri all'imbarco) e il 2 guadagnato in dirittura d'arrivo: domenica, incurante delle indicazioni raccolte da alcuni di noi (tra cui il sottoscritto), ci conduce alla fermata del pullman di via Giolitti, convinto che "Sul sito c'è scritto che passa di qui e poi guardate, ci sono altri che lo aspettano". Ovviamente il pullman transita dal lato opposto della stazione Termini, provocando una corsa disumana con borse e zaini e la seconda figura di merda dopo quella di venerdi notte. Chi è stato con lui domenica racconta di una marcia forzata che nemmeno gli alpini in ritirata nelle steppe sovietiche. Leader, a volte troppo.

CRINE 4: Si diceva, nel corso di Czestochowa 2004, di un personaggio insopportabile, che altro non fece se non lamentarsi. Signori, ecco a voi la sua degna controfigura. Il nostro buon Crine ha un cuore d'oro e una disponibilità smisurata, eppure se lo dimentica di continuo, passando invece i minuti a intonare un borbottio perpetuo innescato da ogni minimo particolare che non gli gira bene. L'aereo in ritardo, i troppi chilometri per le strade di Roma, la fame, gli inglesi in piazza San Pietro (ma qui ha totalmente ragione); si consola unicamente davanti a un bel piatto di qualsiasi cosa: sabato ha divorato tre porzioni di calamari fritti, per la modica cifra di Euro 35. A pranzo. Si lamenta così tanto che il confessore del Pantheon lo massacra a colpi di cazziatoni. Se non è sofferta, non ci va bene.

BETTY 6.5: Semi-nuova nel gruppo, essendo apparsa lo scorso settembre in qualità di testimone al matrimonio della Mary. Appare sempre un po' stanca e un po' tirata, ma alla fin fine asseconda tutti senza disdegnare di esprimere la sua opinione su itinerari e altro, risultando di buona compagnia. Chiude l'esperienza scambiando numeri di telefono e appuntamenti sinceri a tutti, come ci si auspicava. Da reincontrare.

VALENTINA 5: Più che altro, vogliamo giustificarla in parte, perchè certamente il suo carattere schivo non la aiuta a socializzare come per esempio riesce immediatamente a un Mitch, solo per citare. Eppure, la ragazza può e deve assolutamente giocarsi di più. Non sono tanto le poche parole, quanto la totale assenza di un giudizio su qualsivoglia proposta che emerge dal gruppo. A lei va sempre bene o non va mai bene, a seconda del parere di chi in quel momento le sta di fianco. Siamo convinti che col tempo migliorerà. Si guadagna almeno il 5 infiammando la domenica: pastura terribilmente già dalla cena di Trastevere, continua imperterrita sul volo di ritorno e offre un passaggio alla sua preda; finisce in tragedia, perchè la sua macchina è al piano inferiore dell'Orio Center, il quale alle undici di sera è tombato come nemmeno le Catacombe. Se sia arrivata a casa non lo sappiamo ancora.

GUIDO 6: E' sempre un gran piacere girare con questo cremasco ormai trapiantato nella cultura varesina: il ragazzo ha sempre la voglia di stupire, non si tira mai indietro di fronte a niente e spesso incanta le folle con battute di assoluto livello. In questi giorni però l'abbiamo notato leggermente spento, forse per l'assenza della fidanzata, alla quale ha cercato di sopperire facendo il simpatico con la cameriera dell'Autogrill di Orio al Serio, peraltro bruttissima. Anche lui partecipa all'allegra storta in attesa dell'aereo, ma sempre mantenendo un certo riserbo. Appannato.

PIPPO 7: La stagione calcistica è terminata, affondata da problemi enormi e probabilmente irrisolvibili. Lui non si fa piegare dalla carriera stroncata per cause esterne, e trasferisce la sua verve nel weekend romano. Si pone come alternativa ciceronesca a Johnny, denigrando il Time Elevator e organizzando un giro che in due ore tocca tutti i punti fondamentali della Roma turistica. Non contento, guida il trio delle meraviglie (con lui Ciccio e la Rachele) che partecipa all'Angelus, vede il Papa da cinque metri e visita San Pietro e la tomba di Giovanni Paolo II la domenica. Cresce alla distanza, e raggiunge il sette pieno quando stampa i biglietti del ritorno in un locale che sicuramente fungeva da copertura al traffico di organi, a giudicare dall'odore emanato dalla sala computer. Peccato abbia il vizietto di illudere la gente e di essere leggermente ambiguo e malizioso. Lecco - Pavia - Varese una faccia una razza.

RACHELE 7.5: Premessa d'obbligo: non è mia intenzione provarci con lei, pensiero che sarà venuto a molti vedendo il voto. Puntini sulle i, visto l'andazzo. Sorpresa piacevolissima. Si presenta come amica di Pippo e rivela subito una verve incredibile, fin dall'attesa eterna in aeroporto. Ride, scherza, si integra alla perfezione nel gruppo delle ragazze e non solo. Capisce e condivide al volo l'ironia varesina, e ci aggiunge l'innata capacità di insultare la gente con il sorriso sulle labbra. Fa parte del trio dell'Angelus, probabilmente vincerà la scommessa della domenica e in tre giorni arriva a dire che la vitalità di Varese distrugge Lecco tre a zero. Grazie, è assolutamente vero.

MARY 6: L'impressione è che si perda nella pioggia del sabato, tanto è silenziosa e quasi invisbile. Eppure c'è, e ogni tanto taglia in due l'aria con le sue battutacce al veleno che ci fanno dire ogni tanto ne abbiamo bisogno.

BRUNO 8: Bruno è Bruno. E' il Reverendo, il Bluesman, l'uomo delle sette regole. Semplicemente necessario al gruppo anche quando cammina in silenzio con la sua falcata da tre metri al passo. Ogni altro commento sarebbe superfluo.

INGRA 3: Non se la prenda a male: il suo voto è tutto figlio della partenza anticipata per Londra, la domenica all'alba (se non prima). Evidentemente deve aver ripensato all'esperienza del 3 giugno, quella dei piedi sanguinanti e dei 40 chilometri in una notte, il che gli ha fatto dire "meglio svegliarsi alle cinque e scappare in Inghilterra". A qualcuno è parso tradimento.

PAOLO 9: Imprescindibile. Altro che Toni, che può reggere da solo il peso dell'attacco: lui, senza l'aiuto di nessuno, tiene in piedi una serata e la trasforma in un delirio. Una volta accesa la miccia, l'esplosione è garantita. Esempi? Dà il là all'ubriacatura del venerdi sera, con frasi tipo "Nemmeno gli hooligans prima di andare allo stadio sono conciati così" o "Qualcuno voleva salire sull'aereo a petto nudo"; monta un caso di politica internazionale quando gli sequestrano il suo box igiene, dichiarando che "ho viaggiato con il cellulare acceso, però mi hanno fottuto lo shampoo"; tocca l'apice a Trastevere, con il tormentone di Jim Morrison, che alla terza volta è già scontato, eppure la gente si cappotta sempre di più. Con lui non si può far altro che vomitare dalle risate. Come se non bastasse ci aggiunge la perla del Ciampino-Orio quando, in stato vigile per il 5% del viaggio (tre minuti), impazzisce quel tanto che basta e si inventa la riesumazione a sedici anni di distanza di QUEL famoso colonnello, riportandoci in un amen ai fasti di "Tu mi stai TALMENTE sul cazzo che sono ANNI che ti sto aspettando". Grazie.

PIOPPA 10: Ed eccolo, l'episodio che scatena i cronisti. C'era bisogno di Pioppa da Civitanova per aggiungere il pepe mancante al weekend. Si presenta in coppia con Paolo, ed è uno spettacolo, viste le sue doti di cabarettista marchigiano che ha sempre la risposta (giusta) pronta per tutti. Eppure sarebbe da sette e non di più se non facesse esplodere la bomba del gossip quasi con nonchalance. Quanto c'è di vero? Di sicuro, al ristorante sabato sera, a Campo de' Fiori, a Ciampino e sull'aereo l'hanno visto tutti; di sicuro, almeno nove persone possono testimoniare di averlo visto andarsene da Orio al Serio in dolce compagnia. Solo il tempo ci dirà se le previsioni erano esatte; nel frattempo, lo ringraziamo per averci allietato inserendo l'imprevisto in una tre giorni che si stava chiudendo senza il botto; e gli chiediamo: che fine ha fatto il sigaro che ti stavi fumando sceso dall'aereo?

MITCH 2: Ha atteso il weekend romano con trepidazione e ansia, tutto nell'attesa di mostrarci, FINALMENTE, il posto in cui suda e lotta tutti i santi giorni, peraltro da solo. Ha millantato giri pazzeschi per la Città Eterna. Ha dichiarato di conoscere Roma alla perfezione e di non vedere l'ora di dimostrarcelo. Ovviamente gli crediamo sulla fiducia ma, alla prova dei fatti, altro non ha fatto se non accodarsi ai promotori di un Time Elevator che nulla ha da spartire con la Roma che noi avevamo in mente. Le scelte sono personali e non si discutono, eppure resta l'amaro in bocca. Anche il sabato di Trastevere non assume troppo l'iniziativa: gira per i locali come se fosse un turista qualsiasi, affidando al caso la scelta del ristorante. Il voto si alza di mezzo punto, perchè comunque ci ha presentato due personaggi in cerca d'autore assolutamente di spicco. Soprattutto, Angelone, che in due minuti ha esclamato sessanta volte (contate) "Eddai, Michelone!". Carisma comunque.

Keaton

Lo chiamavamo Keaton quel pianista
naturalmente perchè non sorrideva mai
mentre noi ci ammazzavamo di risate
a vederlo là come un parafulmine, dritto contro un cielo di guai;
guai di tasca a violoncello, guai d' amore
guai da vita distratta e disperata
che ricamavano dentro al suo stupore
una tela affascinante, ma un po' troppo delicata...

Keaton si presentò come un jazzista,
appassionato e puro, in stile Rete Tre,
coi pregiudizi di chi si sente artista
perchè non faceva soldi, lui, con le canzoni, come me,
ma non mi accompagnava poi malvolentieri,
eravamo due grandi acrobati della malinconia
e poi, poi dobbiamo farne di mestieri
noi che viviamo della nostra fantasia...

Parlavamo poi molto in quelle sere,
in qualche bar, dopo il concerto, insonni e morti,
di politica, ciclismo, storie vere
e di come i "Weather Report" erano forti
e di come era importante fra la gente
non essere solo musica e parole
e di come era importante che la gente
non fosse una massa di persone sole...

Ah, Keaton, Keaton, che fine hai fatto, Keaton?
Sei poi andato in malora, Keaton? Lo sai che ti sto venendo a cercare?
Keaton, ah, Keaton, perchè stanotte, Keaton,
proprio stanotte, Keaton, avrei bisogno di sentirti suonare...

S' illuminava poi come di colpo
lungo l' effimero consueto di una sera,
s' illuminava di una gioia grande
quando si avvicinava a una tastiera
e preferiva quelle un poco usate,
quelle in cui tutti mettono le mani,
quelle ingiallite dal tempo, un po' scordate
dall' ignoranza e dalla passione degli umani...
E poi una volta abbiamo litigato
per una donna prima sua e poi mia,
lui coi suoi guai, io col mio quasi peccato,
sconfitti entrambi dalla gran malinconia;
ci siamo persi quasi senza una parola,
ma tutti e due con più rabbia che rimpianto,
come i bambini che si fan dispetti a scuola,
come due vecchi che si sono amati tanto...

Poi ho provato a rintracciarlo dappertutto,
chiedendo a più d' un dirigente supponente,
telefonando all'Arci-caccia, all'Arci-tutto,
ma di Keaton sembra non sia rimasto niente.
Se se ne parla è nel ricordo di un momento,
qualcuno dice che l' ha visto, ma lontano,
e tutti, tutti con un gran sorriso spento
come per dire: "Era un ragazzo troppo strano".

Ah, Keaton, Keaton, che fine hai fatto, Keaton?
Se mi vedessi col mio trench stile Bogart, Keaton,
sotto la pioggia che ti vengo a cercare...
Keaton, ah, Keaton, perchè mi manca, Keaton,
questa notte mi manca la tua voglia di star qui a suonare...

E finalmente un chissacchì non mi delude,
forse, però non sa, probabilmente,
è in una provincia lontana come una palude
dai nostri discorsi di suonare fra la gente;
una provincia come una sconfitta,
meno che essere una minoranza dignitosa,
e una palude è certo troppo fitta
di voli di zanzara per suonarci qualche cosa....

Lo trovo e sembra che non sia più Keaton,
anche se è contento di vedermi.
"Sembrava facile toccarlo con un dito", dice,
"ma il cielo ci ha voluto tutti fermi".
E finalmente ride, ma ride tanto ed è ingrassato
e giura troppo che non sta poi male,
il jazz ormai se l' è dimenticato:
ci son parole, tempi e ritmi anche dentro un ospedale...
E nel lasciarmi all' inizio della sera:
"E' come", dice, "alla fine del cinema muto,
c'è il sonoro, non serve una tastiera..."
Ci salutiamo nel silenzio più assoluto...
Ed esco fuori con i miei giornali
e non ho voglia di ridere per niente,
ho un treno che mi aspetta alla stazione,
mi dà fastidio anche il rumore della gente...
Ah, Keaton, Keaton!

Keaton, quello vero, l' ultima volta che l' hanno visto passeggiava
lungo le strade e per il vento di Roma
durante le pause di un film con Franchi e Ingrassia.
Aveva in corpo mille litri di alcool,
la faccia la solita, senza allegria;
si ubriacava ogni giorno con la troupe borgatara
alla faccia della cirrosi epatica,
perchè lui ci teneva al suo pubblico,
più che al suo fegato,
e gli elettricisti sono gente simpatica;
gli urlavano infatti "anvedi s'è forte 'sto Keaton!",
bevendo il bianco misterioso dei colli di Roma
o quello forte del sud che fa assaggiare l' infinito
a tutta la gente di bocca buona...